Londra in attesa della Brexit
Passeggiare in questi giorni per Londra si percepisce la sua continua e irresistibile ascesa, ballando però sull’orlo del precipizio , comunque vada la Brexit, soft oppure no deal, sembra di stare sulla tolda di una barca, ma le paure sembrano, o almeno le persone danno l’idea , che siano state tutte interiorizzate e si procede come se niente fosse.
Londra sotto la minaccia della Brexit non è mai sembrata così inconsapevole, la città è a sua volta bulimica, ingorda di tutto, di soldi, di finanza, di lavoro, di potere, di verde, di divertimento, di arte, di cibo, di intelligenza e di vitalità.
Camminando trasmette l’impressione di una città, viva , attiva che non si ferma mai, che rigenera i vecchi gasometri vittoriani costruiti nel 1880 e ne fa degli appartamenti di lusso , che trasforma nuovi spazi , nuovi parchi e nuove strade, nuovi ristoranti e contribuisce il diffondersi della street art, di nuove gallerie d’arte, nuovi negozi e attività commerciali e di molto altro ancora, tutto con un forte senso estetico.
Nuove forme di espressione brulicano all’interno del ventre urbano e lungo il Tamigi, un connubio tra ottocento, anni trenta e XXI secolo che lascia veramente incantati ed affascinati ed è proprio grazie a questa combinazione di antico e moderno che Londra esprime tutto il suo fascino .
Segreti, contrasti, sorprese un agglomerato urbano a volte dal fascino sinistro, pur essendo proiettata verso il futuro, la capitale inglese mantiene vivi e inalterati i suoi 2000 anni di storia.
Antiche tradizioni e ultime tendenze , mercati, specialità gastronomiche , souvenir e oggetti di antiquariato, negozi innovativi, un mix estremamente equilibrato ed elegante.
Lo shopping diventa immancabilmente uno dei grandi piaceri di ogni passeggiata londinese, perché è il luogo giusto per scoprire le ultime tendenze, perché offre l’ispirazione a nuovi “sound” urbani, ad esempio i “General Grocery Store”, che riprendono la concezione delle vecchie drogherie con piccoli negozi, arredati in stile, veri gioielli, con scaffali curati dove sono in mostra prodotti di alta qualità.
Sempre camminando si effettua un viaggio alla scoperta delle cucine di tutto il mondo e di ogni livello, dai “greasy spoons” alle eccellenze del gusto. La cucina inglese non è più sbeffeggiata dai vari gourmet, perché adesso sotto le etichette di Modern British, Modern European oppure Asian Fusion vengono serviti piatti molto creativi e di buon livello.
Un esempio pratico, presso Fish Works ristorante ed enoteca a Piccadilly ho scoperto un luogo con un equilibrio di elementi e spazi di tendenza , belle atmosfere e un ‘accoglienza familiare che piace tanto sia ad italiani che a stranieri, quel calore e attenzione che rendono ogni dettaglio qualcosa di veramente speciale.
Oggi a Londra viene voglia di chiudere spesso gli occhi e concentrarsi su se stessi , magari davanti ad un dipinto della National Gallery, oppure per chi è più ottimista, viene voglia di guardare il cielo con le nuvole che si specchiano nei vetri del nuovo skyline.
A Londra si parlano un’ottantina di lingue e tutto questo brulicare, questa fermentazione appare un po’ incosciente, ma invece è molto guidata dal mercato e nel vero spirito della globalizzazione , si è realizzato un mondo uniforme, piatto, che lascia un senso di irrisolto esattamente come proviamo noi italiani col nostro scontento e disagio generale.
Questa voglia di cambiamento è visibile negli ultimi 20 anni con l’apertura e la rivisitazione dei musei e delle architetture più ambiziose d’Europa e quello che più stupisce ed è molto bello è che questa atmosfera si respira in ogni angolo di Londra, a questo punto mi chiedo come reagirà la città alla Brexit , speriamo che non rischi di allontanarsi dalla vecchia Europa, stiamo a vedere cosa succederà dal 29 Marzo 2019!
James
on11 febbraio 2019 at 16:09 says:
Dairy products ‘may become luxuries’ after UK leaves EU.
Stefano
on12 febbraio 2019 at 09:17 says:
Ecco cosa significa, per il Regno Unito e gli altri Paesi europei, compresa l’Italia, uscire dall’Unione senza un accordo?
1) I cittadini europei residenti nel Regno Unito e quelli britannici residenti nell’Unione Europea si troverebbero ad essere tecnicamente extracomunitari. In Gran Bretagna si trovano attualmente 700.000 italiani.
2) Persone e merci non potrebbero più viaggiare liberamente tra Unione Europea e Regno Unito e ritornerebbero le frontiere nei porti e negli aeroporti.
3) Il Regno Unito perderebbe l’accesso al mercato unico europeo.
4) Possibili problemi anche per l’export italiano. Alcuni Paesi europei come la Germania, il Belgio e la Francia si sono già dotati di una legislazione di emergenza per affrontare i rapporti con il Regno Unito in caso di uscita senza alcun tipo di accordo con l’Unione europea, non ha fatto altrettanto finora il Governo italiano.L’export italiano verso il Regno Unito è rappresentato innanzitutto dai prodotti agroalimentari, sia trasformati sia freschi, e dal vino. L’assenza di una legislazione di sostegno da parte dell’Italia in caso di “no deal” potrebbe comportare seri problemi per l’export italiano. 📅📰
Celeste
on12 febbraio 2019 at 14:52 says:
WoW viene da dire: “Hey English, do you really want Brexit?”
Matteo
on13 febbraio 2019 at 11:34 says:
Per me la Brexit è un disastro e nessuno sa come uscirne. All’ UK , uscire dall’Europa non conviene , il tempo è galantuomo e lo sta già dimostrando!!!
Emanuele
on15 febbraio 2019 at 18:40 says:
Notizia di oggi Brexit: su energia e clima Londra brancola nel buio.
Leo
on18 febbraio 2019 at 14:10 says:
Passeggiando per Londra, abbiamo avuto idea di un paese diviso a metà. Tra l’altro noi eravamo nei giorni della votazione quando la May ha preso quella legnata clamorosa in parlamento. Le piazze erano colme di gente tra i pro ed i contro ma ognuno la viveva a suo modo assolutamente rispettabile.
Giorgio
on21 febbraio 2019 at 12:06 says:
Il problema della Brexit non riguarda i dazi ma la logistica. L’assenza di un’unione doganale tra il Regno Unito e l’Europa.🇬🇧🇪🇺